venerdì 11 dicembre 2020

LA TRISTE STORIA DI UNA POLIZIOTTA

 COMUNICATO STAMPA

LA TRISTE STORIA DI UNA POLIZIOTTA

Il Libero Sindacato di Polizia “LI.SI.PO.” con la presente vuole partecipare gli Organi di informazione su quanto di seguito si riporta: “era il 7 giugno del 2017, quando Giovanna SOLDI, Assistente Capo Coordinatore della Polizia di Stato, in forza presso il Reparto Prevenzione Crimine di Potenza, mentre si trovava in ufficio è stata soccorsa dai colleghi che si erano accorti di un suo malore vedendola in stato incosciente. Trasportata presso il locale nosocomio “San Carlo” di Potenza, le è stata riscontrata un’ischemia scintigrafica ad albero coronarico esente da lesioni significative nonché diabete mellito “tipo 2” di nuovo riscontro e ipertensione arteriosa (patologie mai evidenziatesi prima). A seguito della citata diagnosi, il medico della Polizia di Stato le ha prescritto un lungo periodo di astensione dal lavoro. Al suo rientro in servizio, nel periodo maggio-giugno 2018, nonostante le prescrizioni mediche di medicinali e la cura insulinica (una iniezione al dì alle ore 22.00), la dipendente è stata comandata di servizio in aggregazione a Foggia, ove la turnazione di servizio non le permetteva di assumere l’adeguata alimentazione e di rispettare i tassativi orari per la nutrizione, come da prescrizione medica, nonché di iniettarsi la necessaria insulina in ambienti igienico-sanitari adeguati, rappresentandosi che la dipendente al bisogno era costretta a fermarsi ovunque si trovasse, cercando ripari di fortuna per farsi le iniezioni di insulina anche durante lo svolgimento di servizio. Ciò nonostante, pur di non opporsi alla dirigenza, e col timore di poter essere giudicata come una persona pusillanime, l’Assistente Capo
Coordinatore della Polizia di Stato Giovanna SOLDI ha ottemperato agli ordini con spirito di
abnegazione e non comune senso del dovere. In tali circostanze la dipendente ha contratto un’infezione grave allo stomaco che l’ha costretta, dopo l’ospedalizzazione, a rientrare presso il proprio domicilio per le relative cure. Al riguardo, per agevolarne la comprensione del profilo professionale, si evidenzia che la medesima dipendente della Polizia di Stato ha prestato servizio per 20  anni presso il Reparto Volanti di Roma (dal 1987 al 2007), quindi presso il Reparto Volanti della Questura di Potenza fino al 2015, anno in cui ha ottenuto il trasferimento presso il Reparto Prevenzione Crimine di Potenza, sempre con profitto e ottimi rapporti informativi. Rientrando ancora in servizio presso il Reparto Prevenzione Crimine di Potenza, l’interessata ha fatto richiesta ex art. 12 dell’Accordo Nazionale Quadro, per poter evitare di fare turni serali e notturni e possibilmente essere impiegata in ufficio. La sua richiesta ha
trovato parziale accoglimento da parte della Dirigenza del Reparto, che la ha impiegata per turnazioni di servizio mattutine e pomeridiane ma comunque per servizi esterni e a bordo di autoveicoli di servizio. Solo quando non erano previsti turni pomeridiani di Controllo del Territorio la dipendente in parola trovava posto davanti ad una scrivania sul corridoio, di fronte ai bagni di servizio della caserma, perché non vi era possibilità di inserirla in altri uffici. Poiché non si sentiva integrata negli  uffici ed anzi, si sentiva denigrata nello svolgimento di mansioni secondarie affidatele, la stessa dipendente ha chiesto di tornare a svolgere servizio esterno in autovettura. Nel frattempo però la patologia diabetica si è cronicizzata ed aggravata, necessitando di ben cinque iniezioni di insulina al giorno. In considerazione dell’impossibilità di essere inserita in un ufficio del citato Reparto di appartenenza che le dia soddisfazione e davanti all’alternativa di dover tornare ad operare in strada, necessitando di assumere la prescritta insulina e medicinali in condizioni di relativa fattibilità, previo accertamento dei
requisiti da parte dell’A.S.L. di competenza, la  medesima dipendente ha chiesto ed ottenuto i
benedici di cui alla Legge “Madia di Riforma della P.A.”.  In data 12 ottobre ultimo scorso le è stata notificata la convocazione a visita medica collegiale presso la C.M.O del Dipartimento Militare di Medicina Legale di Bari, per il giorno 19 ottobre 2020 con presentazione entro le ore 8,00. Contestualmente alla ricezione della notifica, l’interessata ha presentato istanza al Dirigente del suo Reparto di appartenenza per poter fruire dell’autoambulanza della Polizia di Stato per il viaggio di andata e di ritorno dalla sua abitazione di Potenza a Bari ma, con una solerzia alquanto stupefacente, da parte dell’Ufficio Sanitario Provinciale della Questura di Potenza le è stato risposto, tra l’altro, che l’istanza risulta irricevibile considerato che: “il provvedimento non costituisce provvedimento di stretta necessità ed urgenza per i superiori fini dell’Amministrazione; il mezzo attualmente in uso all’Amministrazione a disposizione di quell’Ufficio Sanitario, peraltro in fermo macchina per riparazione, non è omologato dalla competente A.RE.S. al trasporto degli infermi a lunga distanza; tale trasporto richiesto non costituisce un Trattamento Sanitario Obbligatorio da porsi in capo ed in carico alla P.A.” nonché “tale istanza allo stato degli atti risulta irricevibile” ed ancora “la dipendente può
eventualmente compilare motivata richiesta al competente locale Ufficio Assistenza PolStato per richiedere un contributo preventivo per il trasporto medicalizzato organizzato in proprio qualora le patologie risultino si dipendente da causa di servizio”. Al di là delle osservazioni che potremmo sollevare riguardo alle inappropriate esternazioni del Medico che ha sottoscritto il summenzionato diniego, nonostante l’ingiustificato muro di ostilità evidenziatosi da parte dell’Amministrazione nei confronti della dipendente, si soggiunge che la medesima convenuta, a sue spese, accompagnata in autovettura da suo fratello, si è regolarmente presentata alla prescritta visita medica collegiale militare a Bari, dove è stata giudicata “non idonea permanentemente in modo assoluto al servizio nella Polizia di Stato e da collocare in congedo assoluto, è sì idonea al  transito, a domanda, nelle corrispondenti aree funzionali dei ruoli civili delle Amministrazioni dello Stato, con controindicazione all’impiego in
compiti e servizi che implichino esposizione a condizioni stressogene”. Quanto sopra premesso per giusta informazione, toglie ogni eventuale, presumibile, pregiudizio nei confronti della dipendente Giovanna SOLDI, da parte di chicchessia, circa il suo effettivo stato di salute e valga, altresì, a far rivalutare la scarsa considerazione di cui è stata oggetto la sua persona.
Il LI.SI.PO., facendo appello alle coscienze di chi ne aveva possibilità, chiede se nei riguardi della nostra collega sia ravvisabile una “mancata accortezza” nella gestione della sua situazione, consistente nel non voler andare incontro alle esigenze di una donna della Polizia di Stato che avrebbe voluto tornare a lavorare in divisa e che, dopo aver prestato per più di trenta anni onorevole servizio alla collettività, trovandosi, per cause indipendenti dalla sua volontà, nelle condizioni di non poter effettuare attività lavorativa esterna, non fosse stato possibile individuare un ufficio a Potenza in cui l’Assistente Capo Coordinatore della Polizia di Stato Giovanna SOLDI avesse potuto trovare proficuo impiego, professionalmente soddisfacente, salvaguardandone anche l’incolumità. Il Segretario Generale del Libero Sindacato di Polizia (LI.SI.PO.) Antonio de Lieto, ha inviato una nota, a tutte le massime
Autorità Istituzionali perché, per quanto di relativa competenza, si vogliano adoperare affinché situazioni simili non si ripetano, laddove fattori stressogeni, come tristemente noto, portano anche a ben più nefasti epiloghi”.
Roma 11 dicembre 2020

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