IL LAVORO DELLA CONSULTA DISEGNA IL FAP DEL
FUTURO
Il pordenonese Sergio Raimondo racconta
l’indagine sul Fondo per l’autonomia possibile
Una generale soddisfazione per il
funzionamento del Fondo per l’autonomia possibile, ma anche la
necessità di introdurre quanto prima tutta una serie di
modifiche e migliorie per rendere questo strumento al passo con
i tempi e con le esigenze delle quasi 2 mila persone con
disabilità che ne usufruiscono in regione. È quanto racconta
l’indagine condotta dalla Consulta regionale delle associazioni
delle persone disabili e delle loro famiglie sul Fondo per
l’autonomia possibile (FAP), coinvolgendo 185 tra persone
disabili, assistenti sociali, direttori di ambito, direttori di
distretto, e persone che hanno attinenza con la disabilità. A
raccontare la ricerca – i cui risultati sono consultabili
all’indirizzo web https://www.ideaonlus.it/ricerca – è Sergio
Raimondo, che all’interno della Consulta è rappresentante del
territorio pordenonese e che da sempre si occupa di Vita
indipendente e della sua declinazione legislativa in regione, il
FAP appunto. “Già dal 2006 la nostra Regione si è dotata del
Fondo per l’Autonomia Possibile per dare una risposta alle non
autosufficienze – spiega Raimondo -. Anche la convenzione Onu
sui diritti delle persone disabili datata 2009 parla della piena
integrazione delle persone disabili, e questo può avvenire
attraverso la “Vita Indipendente”, termine tecnico che indica
che tutte le persone disabili si possono autodeterminare e
compiere le stesse scelte nella vita che compiono le persone non
disabili. Anche le persone con disabilità di tipo cognitivo lo
possono fare attraverso il loro familiare o amministratore di
sostegno”. Ecco allora che il FAP (strumento tra i più avanzati
in Europa), attraverso le sue varie declinazioni, fornisce un
aiuto economico per permettere alla persona disabile di pagare
l’assistenza necessaria a fare nella vita ciò che chiunque altro
può fare. Se uno dei passi in avanti più importanti per i
fruitori del Fondo è stato la possibilità di assumere una
persona direttamente alle proprie dipendenze, scelta sulla base
di competenza e fiducia e non assegnata d’ufficio dall’Azienda
Sanitaria, molto resta da fare per adeguare il FAP ai tempi di
oggi. La legge che lo regolamenta ha ormai 15 anni, e va
armonizzata alla Convenzione Onu sui diritti delle persone
disabili del 2009. “Non solo una questione di lessico, ma anche
di sostanza, visto che in questi anni la popolazione ha cambiato
i propri stili di vita, ha raggiunto maggiore consapevolezza e
ottenuto un’aspettativa di vita più lunga – spiega ancora
Raimondo -. Giustamente la Regione vuole inglobare nella nuova
legge altre misure, come il Fondo Gravissimi o il Fondo Sla, in
modo da rendere gli interventi più armonici ed efficaci, ma la
volontà di tutti è che nel contempo non vadano persi diritti
acquisiti”. L’obiettivo sarebbe di arrivare ad una nuova legge
entro questo 2021 appena iniziato, e tra le tante modifiche
proposte dalla Consulta, anche attraverso quanto espresso
dall’indagine, alcune sono prioritarie. “Alcuni degli spunti che
abbiamo sottoposto alla Regione sono facili da recepire nel
nuovo Regolamento, altri più impegnativi – osserva Sergio
Raimondo -. Tra le cose ovvie che verranno facilmente recepite
ci sono d esempio l’eliminazione del limite dei 7 anni per il
FAP psichiatrico, l’eliminazione del limite dei 65 anni per
poter accedere ad un progetto personalizzato, l’eliminazione del
dimezzamento del FAP per più persone disabili conviventi. Al
vaglio della Regione c’è poi la possibilità di rendicontare
anche figure sanitarie per alcuni tipi di disabilità, come
l'autismo, o di togliere l'indicatore Isee per l'accesso al
FAP”. Tra gli altri spunti proposti c’è anche quello di
istituire un piano formativo per gli operatori. E a proposito di
“protagonisti” dell’assistenza, come si può sostenere e
migliorare la figura del “Caregiver”? “A livello nazionale c'è
un disegno di legge che se verrà approvato darà riconoscimento
alla figura del Caregiver – spiega Raimondo -: tra le ipotesi
c'è quella del riconoscimento di un'indennità economica, del
pagamento di un’assicurazione, del versamento dei contributi
previdenziali e la somministrazione di un piano formativo”.
Anche su questo la Consulta continuerà a monitorare la
situazione, visto che sarà chiamata attraverso i suoi delegati a
dare il suo contributo durante l’iter formativo della nuova
legge sul FAP.
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