DAL 2 AL 6 MARZO
VA IN SCENA IN ANTEPRIMA ASSOLUTA
LA NUOVA PRODUZIONE DELLA CONTRADA
L’ISOLA DEGLI IDEALISTI
di Giorgio Scerbanenco
uno spettacolo di Massimo Navone
CON PINO QUARTULLO, GIUSTO CUCCHIARINI, ANTONIO VENEZIANO, GIANMARIA MARTINI, MARZIA POSTOGNA E ANNA GODINA
Trieste - Ha la trama di un romanzo psicologico la nuova produzione Contrada "L'isola degli idealisti" che debutta in anteprima assoluta il 2 marzo, alle 20.30, al Teatro Orazio Bobbio, un progetto di Massimo Navone, regista e autore della drammaturgia teatrale.
Lo spettacolo è tratto dal libro omonimo di Giorgio Scerbanenco, scrittore milanese nato a Kiev considerato l'apripista del genere noir in Italia e legato alla nostra regione per i suoi lunghi soggiorni a Lignano, tanto che essa è sede del Premio Scerbanenco, consegnato ai primi di dicembre di ogni anno nell'ambito del Noir in Festival all'autore del miglior romanzo noir italiano pubblicato nel corso dell'anno precedente e che rappresenta il riconoscimento di maggior rilievo nazionale nell'ambito di questo genere.
La rappresentazione vanta un cast davvero interessante che vede sul palco il noto attore e regista Pino Quartullo, amico affezionato della Contrada, insieme ai giovani ma già affermati Giusto Cucchiarini, presto in tournée con lo spettacolo prodotto da LA BIENNALE DI VENEZIA “Cyrano deve morire”; Antonio Veneziano, tra i protagonisti del film "Il Legionario" uscito proprio in questi giorni al cinema; Gianmaria Martini, nel cast della serie tv poliziesca su RAI1 “Non mi lasciare”; Marzia Postogna, cantante e attrice con alle spalle innumerevoli spettacoli e la giovanissima Anna Godina, già nota per la sua partecipazione nelle fiction Don Matteo e L’isola di Pietro, con Gianni Morandi.
La storia stessa del ritrovamento di questo testo è affascinante. Il romanzo infatti, andato perduto durante la seconda guerra mondiale, è emerso dopo quasi 50 anni dagli archivi della famiglia Scerbanenco e pubblicato nel 2018 da La Nave di Teseo, che sta editando tutta l’opera dell’autore.
L'isola del titolo è la Ginestra, o più comunemente "Ginestrin", un piccolo scoglio al centro di un lago del nord Italia, dove gli unici abitanti sono la famiglia Reffi composta dal padre Antonio, medico otorino dall’ironia affilata, e dai suoi due figli. Carla, la maggiore, si dedica alla scrittura tra le frecciatine del genitore. Celestino, il minore, è diventato medico per esaudire le preghiere del padre ma preferisce rivolgere il suo intuito alla matematica. Completano il gruppo i cugini spiantati Vittorio e Jole, che ripagano l’ospitalità occupandosi della conduzione familiare. La vita sull’isola scorre tranquilla fino a quando sulle sue rive non capitano due ladri in fuga dalla polizia: Guido, giocatore d’azzardo con la passione per la pittura e Beatrice, bella, sfacciata e fatale. L’arrivo dei due latitanti e le loro rivelazioni incrinano il mondo perfetto dei Reffi, gli idealisti, che si ritrovano l’uno contro l’altro di fronte a un dubbio morale: denunciare i due ospiti o dare loro una possibilità di riscatto? Inizia così un vortice di tensione che sconvolge la quiete dell’isola immersa in un contesto affascinante, ancora di più per il fatto che potrebbe essere in un lago qualsiasi, e gli animi dei suoi abitanti tra amori impossibili, fughe, bugie e invidie. Dovranno fare tutti i conti con la loro più vera natura per scoprire che, a volte, "a fare del bene, si sbaglia". Ma è veramente così?
«Mi hanno colpito molto - spiega il regista Massimo Navone - le atmosfere noir di questa vicenda avventurosa, la qualità̀ fortemente teatrale dei personaggi, la loro tridimensionalità̀ psicologica e la pungente ironia che caratterizza la loro modalità di relazione. L’isola della Ginestra, con la sua dimensione irreale del tempo, è un perfetto luogo della mente, paragonabile ad uno di quei ‘laboratori sperimentali di relazioni umane’ tipici del teatro di Marivaux: piccole isole sperdute, in cui un ristretto numero di prototipi umani sperimentano, in una astratta separazione dal mondo, il ribaltamento della propria condizione sociale e delle proprie naturali inclinazioni»
Completano lo spettacolo, in scena fino al 6 marzo (serali 20.30, la domenica alle 16.30), le impeccabili scenografie che evocano la dimensione sospesa dell’isola tra lago e cielo, e i costumi di Andrea Stanisci, le luci di Bruno Guastini e il contributo fondamentale dell'aiuto regista Giacomo Segulia.
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