MONSIGNOR BATTAGLIA AL NeMO NAPOLI, COSTRUTTORI INFATICABILI DI SPERANZA
Una Visita Pastorale carica di emozione, una toccante testimonianza della presenza della Chiesa di Napoli
Napoli, 23 marzo 2022 – “Artigiani di pace, cercatori di un infinito che intercetta i limiti per farne possibilità, costruttori infaticabili di speranza”. In vista della S. Pasqua, queste sono le parole che Mons. Battaglia ha rivolto alla comunità di pazienti neuromuscolari e agli operatori del Centro Clinico NeMO Napoli, presso l’Ospedale Monaldi.
La visita di Don Mimmo è la testimonianza della presenza della Chiesa di Napoli vicina alla missione dei NeMO, centri specializzati nella presa in carico delle malattie neuromuscolari. Patologie degenerative, che richiedono un’alta complessità assistenziale e che hanno un forte impatto sull’intero sistema di vita della persona e della sua famiglia.
Con l’ascolto e le parole di Pastore, il Vescovo si è soffermato nelle camere di degenza e incontrato gli operatori sanitari. Una toccante Visita Pastorale per condividere lo spirito di una comunità che ogni giorno sa cosa significa imparare a porre lo sguardo oltre il limite imposto dalla malattia.
La visita di Don Mimmo Battaglia è anche il racconto di un’amicizia, quella tra il Vescovo e Massimo Mauro, che nasce dalle comuni origini calabresi e che continua ancora oggi. Vicepresidente della Fondazione Vialli e Mauro per la Ricerca e lo Sport Onlus, Massimo Mauro dichiara: “E’ una gioia per me accogliere Don Mimmo al Centro NeMO. Il nostro è un legame profondo che ha il sapore e lo spessore della ricerca per quel bene comune che, oggi più che mai, diventa valore essenziale per la nostra società”.
La Visita Pastorale si è conclusa in preghiera e in ascolto. Diffuse attraverso i social, le parole del Vescovo sono entrate nelle case di tutta la comunità neuromuscolare del territorio nazionale e hanno anche raggiunto i pazienti e gli operatori nelle sale comuni e nelle camere di degenza di tutte le sei sedi NeMO a Milano, Roma, Brescia, Arenzano (GE), Trento e Ancona.
“Oggi sono qui per celebrare il senso della speranza – queste le parole di Mons. Battaglia - Ed essere con voi per me significa far parte della vostra speranza, che è la vostra capacità di lottare. Oggi ho incrociato tanti occhi che lottano. La speranza è parte dei vostri sguardi ed è quel senso di fiducia che dona concretezza al vostro agire. Davvero qui si tocca con mano come la vita di ogni persona abbia valore e dignità, sempre, in qualunque condizione. Ed è bello che voi tutti ve ne facciate carico. Molte volte come operatori sanitari dovete fare i conti con la fatica e l’impotenza. Ma l’impotenza è il prezzo da pagare, sapendo che noi non abbiamo perso. È anche quel senso di fedeltà alla cura, è la voce che ci dice che, nonostante tutto, ce l’abbiamo messa tutta. Ed è bello che qui ci sia una presa in carico, non solo nella cura della persona, ma anche della sua anima. E per questo mi sento di dirvi grazie.
Ma la cosa più bella me l’avete insegnata voi, ed è lo sguardo come prima forma di cura. Gli occhi che si posano sulla persona, prima delle mani. Lo sguardo che dona la speranza. Prego perché questa speranza arrivi prima di tutto a questa comunità, come una carezza della vita. Perché possiate scegliere sempre la bellezza della vita. Io vi benedico e che possiate sentire questa benedizione come la carezza di Dio”.
Ad accogliere S.E.R. Mons. Battaglia, il direttore generale dell’A.O.U. Ospedale dei Colli, Maurizio Di Mauro; il consigliere regionale Tommaso Pellegrino; il segretario nazionale AISLA Pina Esposito; la delegata campana di Famiglie SMA, Chiara Magaddino e Salvatore Leonardo presidente UILDM Arzano -“Giovanni Nigro”. Con loro il presidente dei Centri Clinici NeMO, Alberto Fontana che commenta: “Il messaggio di Mons. Battaglia è un dono per i nostri Centri, carico di spiritualità così preziosa per questo nostro tempo. Fraternità, ma anche tante emozioni, che hanno permesso al Pastore della Chiesa di Napoli di conoscere una comunità che non vuole abbassare lo sguardo alla malattia, ma che vuole attraversarla con coraggio e fede”.
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