“‘Prevenzione’, il cardine attorno a cui devono ruotare tutte le azioni delle forze in campo”, inizia con queste parole la presentazione del testo “Operazioni di spegnimento degli incendi boschivi in ambiente carsico” avvenuta ieri sera presso la biblioteca comunale di Monfalcone e consultabile nella stessa. A parlare Alessandra Triburson, coordinatrice del Centro Didattico Naturalistico di Basovizza, e Lucio Ulian, ex comandante della stazione forestale di Trieste.
“Incontro pubblico, realizzato da e con esperti, per la salvaguardia Carso. Usciamo dalla sala con una certa preoccupazione rispetto al futuro e al rischio di ripetere l’esperienza di questa estate” commenta il Sindaco Cisint, “condividiamo appieno l’esigenza di fare squadra in senso completo e ci rendiamo parte attiva nella tutela del Carso”.
Tutela che passa anche attraverso le “necessarie interlocuzioni con RFI e con le Autorità” nelle parole del Sindaco, che spiega “quest’oggi stesso abbiamo chiesto a RFI di rendere conto delle attività di prevenzione svolte sul territorio, quindi all’esigenza di realizzare muretti tagliafuoco e di effettuare le manutenzioni ordinarie e straordinarie necessarie a mantenere pulite le aree vicino ai binari”.
Diverse infatti le cause che il 19 luglio hanno portato al divampare di sei focolai nel corso di pochi minuti di distanza e che sono convogliate nelle vicende che si sono susseguite per oltre due settimane, “tra cui la siccità, l’aridità, il caldo e la scarsa manutenzione lungo i binari” spiegano gli esperti, “oltre alla temperatura delle gomme dei treni vista l’alta velocità”.
“Nel contempo” spiega Cisint, “abbiamo condiviso con il Prefetto di Gorizia la necessità di organizzare un confronto approfondito sulla sicurezza sul Carso”. Interlocuzioni sul tema anche con la Regione, “cui abbiamo chiesto un orientamento sulla definizione dei nuclei forestali di presidio del Carso, che riteniamo improcrastinabile".
Il territorio carsico risulta infatti particolarmente critico: la lingua di terra che intercorre tra colline e mare è stretta, quindi “qualsiasi anomalia si verifichi in queste zone risulta molto più dannosa alla popolazione rispetto all’evenienza che si verifichi in altri territori”.
“Economia, agricoltura, danni al turismo e alle infrastrutture” spiegano i relatori, “il tema è la pericolosità sociale dell’incendio. Questa estate Monfalcone è stata sotto il fumo per giorni, c’è chi ha dovuto abbandonare la propria casa. L’incendio in queste zone non è compatibile con il nostro stile di vita perché destabilizza il vivere sociale”.
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