Un modello di cura domiciliare finalizzato a diminuire l'accesso dei pazienti alle strutture sanitarie, con conseguente riduzione delle liste di attesa e contenimento dei costi di visita, ricovero e ospedalizzazione, mettendo al centro la dignità del paziente, questi i punti cardine del progetto presentato dalla Croce Rossa della Venezia Giulia al Sindaco di Monfalcone Anna Maria Cisint e ai Consiglieri Regionali Antonio Calligaris e Giuseppe Ghersinich.
“Le continue ospedalizzazioni provocano coda nella struttura ospedaliera. Quando il paziente non riesce ad essere trattato in giornata a causa delle tempistiche, viene sottoposto a ospedalizzazione” spiegano i rappresentanti CRI “ciò provoca un grave disordine nella quotidianità dell’anziano, oltre ad incrementare di molto le spese sostenute dall’Azienda Sanitaria”.
Il progetto prevede di mettere in rete le capacità operative dei Comitati CRI, che si occuperanno non solo di organizzare visite e cure specialistiche a domicilio dei pazienti, ma anche di restituire la quotidianità della vita sociale alle persone fragili in stato di solitudine. Circa il 34% degli ultrasessantacinquenni infatti vive da solo, “potendo contare solo su amici e conoscenti per soddisfare bisogni sanitari o di trasporto”.
Affiancare quindi alla Centrale operativa - che raccoglie le richieste di cura domiciliare della Venezia Giulia - l’accompagnamento del professionista a casa del paziente, così come di strumentazioni complesse, per l'effettuazione di analisi domiciliari come spirometrie e radiografie.
A ciò, si affianca tutta la sfera di sostegno sociale e psicologico del paziente, “grazie all'organizzazione di gite locali, animazione e partecipazione a eventi di rilevanza cittadina e Sostegno psico-sociale con psicologo CRI”, spiega Marina Pallini, presidente della CRI Trieste.
“Il vantaggio deve essere reciproco” sottolinea il Sindaco “fare in modo che il paziente possa ricevere le visite e le prestazioni possibili a casa propria e garantire gli spostamenti e i mezzi necessari agli operatori sanitari.
Che sia ‘la rete sanitaria’ a muoversi, quando il paziente è impossibilitato” continua Cisint “su questo tema coinvolgeremo Asugi, per garantire le migliori collaborazione e rapidità possibili”.
“La richiesta deve arrivare dal territorio” conclude Calligaris, “il progetto presentato dalla CRI rappresenta un'opportunità unica per dare una svolta alla cura domiciliare dei pazienti e migliorare la qualità della vita degli anziani in stato di solitudine. Il coinvolgimento dei Comitati CRI e la loro capacità di organizzare visite e cure specialistiche a domicilio dei pazienti, uniti alla sfera di sostegno sociale e psicologico, rappresentano un modello innovativo di assistenza sanitaria che potrebbe avere un impatto significativo sui costi e sulla qualità della vita dei pazienti”.
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