Fincantieri: dichiarazioni del sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint
“L’Ad di Fincantieri, Pierroberto Folgiero, delinea per il nostro cantiere navale una prospettiva di forte innovazione di prodotto e di sistema produttivo che sono certamente fattori fondamentali per tutte le imprese italiane per mantenere la competitività sul mercato internazionale e acquisire nuove commesse e, quindi, nuove occasioni di lavoro.
Ciò che va approfondito, in questa sua, pur importante, riflessione è un riferimento concreto alle modalità con le quali si può governare l’assetto degli stabilimenti che per numero di addetti e per qualità delle realizzazioni rappresentano l’ossatura della società, come Monfalcone. Nella passata gestione di Fincantieri, con l’Ad Giuseppe Bono, l’azienda era stata basata su un modello che ha impiegato in modo massiccio subappalti e manodopera straniera, che a loro volta hanno ha portato a situazioni di dumping e sfruttamento salariale e contrattuale. Non si può che condividere pienamente l’obiettivo di un avvenire tecnologico d’avanguardia per Fincantieri, che sia elemento di distinzione dal passato rispetto a un sistema organizzativo che tutti considerano ormai superato e che ha determinato pesanti ripercussioni sociali e demografiche nel nostro territorio. Monfalcone ha pagato alti costi sociale per l’esagerata presenza di manodopera straniera: si è sentita trattata come una sorta di “spogliatoio” dell’azienda e ancor oggi questa condizione pesa sugli assetti demografici e civili cittadini. La spinta nell’uso dell’intelligenza artificiale e dei robot consente di stare al passo con le esigenze dei tempi, ma ciò non riduce l’esigenza di un legame più stretto fra l’impresa e una sempre più specializzata manodopera del territorio, così come le indispensabili relazioni con il sistema scolastico e quello della formazione di cui Fincantieri dovrebbe farsi carico, anche con l’avvio di una scuola ‘interna’ capace di valorizzare compiutamente il valore e la cultura delle attività manifatturiere. Monfalcone rispetto al cantiere è stata il motore per la fornitura di generazioni di lavoratori ad alta qualificazione che erano il patrimonio più prezioso per l’azienda e per la città e che, a loro volta, consentivano anche di generare un indotto importante e prestigioso. Tutto questo è stato rimosso negli ultimi quindici anni e sostituito dall’arrivo incontrollato di immigrati poveri, soprattutto dal Bangladesh che, attraverso i ricongiungimenti, hanno costituito una comunità che va ben oltre le capacità di strutture, servizi e alloggi presenti a Monfalcone.
Nel momento in cui il nuovo Ad Forgiero annuncia la volontà di ridisegnare il futuro di Fincantieri e del nostro stabilimento, non va ignorata la questione dell’attuale condizione del lavoro e dei subappalti con decisioni che non sono più rinviabili al domani perché avrebbero dovute essere assunte già in passato. Sono convinta che su questa linea la nuova governance di Fincantieri saprà attuare scelte rapide e coerenti di cambiamento radicale dell’attuale sistema produttivo senza rinviare ulteriormente questo problema.
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