Con la firma del relativo provvedimento il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha richiesto a Terna di fermare la produzione di energia elettrica della centrale a carbone di Monfalcone. Si tratta di un atto di straordinaria importanza per la nostra città, che chiude un capitolo iniziato alla fine degli anni Sessanta e che per oltre cinquant’anni ha provocato una condizione di grave inquinamento per le polveri e i fumi derivanti dal funzionamento dei relativi impianti
Ringrazio soprattutto il vice-ministro Vannia Gava, autrice di una azione determinante in tal senso e il suo ministero, il Mase, che con tanta determinazione e impegno sono stati a fianco del Comune in questa difficile battaglia, che è parte di un piano che trasformerà l’intero comprensorio a beneficio della città.La chiusura della centrale a carbone, infatti, è parte dell’impegno preliminare agli interventi che comprendono la totale bonifica, il risanamento e la riqualificazione del comprensorio, dove sorgerà una darsena e importanti strutture di servizio alla logistica e all’innovazione basato su un preciso cronogramma operativo.
Il provvedimento è anche la dimostrazione della serietà e della concretezza degli impegni assunti verso la comunità cittadina per rimuovere le conseguenze dell’inquinamento e realizzare una diversa una visione di sviluppo sostenibile del nostro territorio.
Si apre un ulteriore percorso di cambiamento e rinnovamento di Monfalcone che si affianca al programma di iniziative e interventi di rilancio del litorale, della nautica, della logistica, dell’area carsica che stanno trasformando la nostra realtà superando la condizione di abbandono e di inerzia delle passate amministrazioni di sinistra, - anche rispetto a questa questione - ha alimentato sinora sterili polemiche politiche.
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