Una storica rivista del Goriziano, Nuova Iniziativa Isontina, che racconta un altrettanto storica associazione della città di Gorizia, il Centro per la Conservazione e Valorizzazione delle Tradizioni Popolari di Borgo San Rocco. Il connubio, nato dalla collaborazione tra le due realtà, ha dato vita al numero 90 della seconda serie della rivista che porta un titolo didascalico: “La roccaforte delle tradizioni” e, in copertina, il campanile della chiesa parrocchiale San Rocco.
L’appuntamento è per domani, giovedì 28 dicembre, alle 17.30 nella Sala Incontro di via Veniero 1 a Gorizia. A presentare la rivista saranno il presidente del Centro Tradizioni, Vanni Feresin, e il direttore della rivista, Ivan Bianchi. A introdurre, il presidente del Centro Studi Rizzatti, editore della rivista, Salvatore Ferrara. “Se la Tradizione vive - quella vera, genuina, frutto di anni di mantenimento ma anche di modifica perché, in fin dei conti, la semantica non mente e ci racconta di qualcosa che “viene portato”, non fossilizzato – è merito di chi ha saputo guardare con lungimiranza nel momento in cui questa parola era una bestemmia da gettare in pasto ai leoni”, così il direttore Bianchi nel suo editoriale.
“In quegli anni, il secondo dopoguerra, dove il boom chiedeva modernità, uno sguardo all’occidente degli Stati Uniti in grado di provvedere alla ricostruzione ma anche a modello consumistico ingordo, qualcuno guardava avanti. Molto più avanti. È il caso del Centro per la conservazione e valorizzazione delle tradizioni popolari di Borgo San Rocco a Gorizia che nel 1973 decide, una piovosa sera di ottobre, il 31, di mettere nero su bianco le necessità che all’epoca erano di un Borgo che doveva mantenere la propria identità e che oggi, a mezzo secolo di distanza, sono diventate dell’intera città, e non solo. Da quegli anni - così l’editoriale - il Centro ha passato dieci lustri giungendo al 2023 con altri personaggi, volti e storie. Che, in questo numero di Nuova Iniziativa Isontina, il 90, abbiamo raccolto per quanto possibile valorizzando anche l’essere Centro oggi, dalle numerose collaborazioni, anche transfrontaliere, alle nuove sfide burocratiche e amministrative. Il Centro non ha bisogno di stampelle, quali il nostro quadrimestrale, ma una serie di coincidenze, direttori passati e presenti e collaborazioni strette negli anni hanno consentito la scelta di raccontarlo nel nostro quadrimestrale che ha tra i propri temi fondanti lo studio della società, della politica e dell’economia. Tre ambiti di ricerca che il Centro, pur secondariamente, tocca con decisione”.
Il presidente del Centro Studi Rizzatti, Salvatore Ferrara, rimarca come “dopo la ripartenza del periodico, anche il Centro Studi vive un processo di rinnovo. La sua è una storia importante partita nel 1958. Compito del Rizzatti, è far luce sulle questioni economiche, sociali e sulle politiche nazionali ed europeiste con uno sguardo particolare all'Isontino e ai territori circostanti. Il Centro - attraverso la Rivista - si pone come suggeritore di mezzi e forme di intervento e proposta che contribuiscono alla crescita democratica e civile della società. Tutto questo è possibile ancora oggi. Centro e Iniziativa sono una perfetta sintesi che ci permetterà di fare tutto questo. Insieme con Ivan, abbiamo ritenuto che questa sia una strada percorribile, un'azione sensata per proporre ancora qualcosa di buono e costruttivo. Da qui l’aver accettato la proposta di collaborazione degli amici del Centro Tradizioni”, conclude Ferrara.
Dal canto suo, il presidente del Centro Tradizioni, Vanni Feresin, sottolinea come questo sia stato un anno molto impegnativo: "Abbiamo deciso di dare significato al cinquantenario con una serie di iniziative, dalla pietra di inciampo in via Lunga a ricordo di Ladislao Ercoli, deportato e assassinato ad Auschwitz, passando per il teatro, al concorso per il nuovo logo, al concorso transfrontaliero "balconi, giardini e orti fioriti", per giungere al conio della medaglia commemorativa, all'annullo filatelico e alla pubblicazione monografica. Tanti eventi con tanta partecipazione e questo ci fa ben sperare nel futuro”, conclude Feresin.
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