lunedì 15 gennaio 2024

Battiti di cinefilia sul confine Parte con Maja Weiss la nuova rassegna di film sloveni in Italia proposta dal Kinoatelje

 18 gennaio 2024 alle 20.30
presso il Palazzo del Cinema a Gorizia

 Se dovessimo tracciare una panoramica dei punti cardine relativi alla cinematografia slovena troveremmo sulla nostra mappa certamente la città di Ljutomer, dove lavorò il pioniere del cinema sloveno Karol Grossman, il monte Triglav, dove è stato girato il primo lungometraggio sloveno Nel regno del Corno d'oro (V kraljestvu zlatoroga), Baška grapa, la location del primo film sonoro sloveno Sulla nostra terra (Na svoji zemlji), e Ljubljana, dove gli studi cinematografici Triglav Film, e in seguito Viba Film, hanno prodotto i lungometraggi Kekec, Vesna, La valle della pace (Dolina miru) e altri classici sloveni. Un altro dei centri cinematografici sloveni, invece, si trovava dall'altra parte del confine, più precisamente a Gorizia. Nel 1981 la cinematografia slovena, che fino ad allora era stata presentata all'estero solo
nell'ambito della produzione jugoslava, venne presentata per la prima volta al pubblico italiano in una retrospettiva, ormai considerata storica, dal titolo Cinema sloveno 1946-1981 Slovenski film. La retrospettiva proposta a Gorizia comprendeva quindici film, tra i quali possiamo trovare Sulla nostra terra (Na svoji zemlji) di France Štiglic, e La zattera della Medusa (Splav Meduze) di Karpo Godina.

 L’iniziativa ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del cinema sloveno anche grazie alla pubblicazione nella quale è stata presentata per la prima volta la filmografia slovena con il contributo di diversi critici cinematografici come Rapa Šuklje, Silvan Furlan, Milko Rener, Carlo Lizzani, Sandro Scandolara e anche Darko Bratina, il fondatore del Kinoatelje.
Anche nelle pubblicazioni, i film slovenisono stati fino ad allora presentati solamente come parte del cinema jugoslavo. »Siamo convinti che sia giusto ed importante presentare questa retrospettiva in un paese al quale siamo legati da sincera amicizia, e nel quale vivono numerosi sloveni che, con le loro attività, confermano la possibilità e la necessità di buoni rapporti tra i popoli di qua e al di là del confine,« scriveva allora nell'editoriale Jože Osterman, presidente dell'Associazione delle organizzazioni culturali della Slovenia (Zveza kulturnih organizacij Slovenije). 

La presentazione dei film sloveni in Italia, organizzata più di quarant'anni fa dal Kinoatelje, dall'Unione dei circoli culturali sloveni, dalla rivista Ekran, dall'Associazione delle organizzazioni culturali della Slovenia e dal Piccolo Cineforum, non ha preso vita solamente presso il Kulturni dom di Gorizia, ma è arrivata a toccare anche Milano e Roma.

Allo stesso tempo si svolgevano, regolarmente le proiezioni e le anteprime italiane dei film sloveni a Gorizia. »Gorizia è diventata un osservatorio del cinema sloveno e di una società che cambia,« ha affermato Aleš Doktorič, il presidente del Kinoatelje all’epoca, nel 2006 in occasione del 25° anniversario della manifestazione.

Prende vita la Rassegna di film sloveni 2024/2025


È proprio con questo spirito che il Kinoatelje vuole iniziare il novo anno e offrire al pubblico italiano un variegato programma di film sloveni con sottotitoli in italiano che spaziano dalle ultime produzioni ad ai classici restaurati. La rassegna unirà profondità ed espressività artistica di vari generi nonché ospiterà numerosi autori e le troupe che hanno collaborato alla realizzazione dei film proposti. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con il Centro cinematografico sloveno, il Palazzo del Cinema, e l’Ufficio del Governo della Repubblica di Slovenia per gli sloveni d'oltreconfine e nel
mondo, e fa parte del programma ufficiale della Capitale europea della cultura GO! 2025.


Il filo rosso della programmazione cinematografica sarà un intreccio di eventi dedicati a onorare il 25° anniversario del Premio Darko Bratina e del festival Omaggio a una visione. Con l’iniziativa, insieme agli ospiti, l’associazione vuole segnare un quarto di secolo del Premio, che porta un messaggio sul potere trasformativo, umanistico e poetico delle immagini in movimento.

A Gorizia ospite la regista Maja Weiss con la prima italiana del film Raccolti alla fonte


La prima proiezione, in programma il 18 gennaio 2024 alle 20.30 presso il Palazzo del Cinema, che accompagnerà la Giornata della Memoria, partirà con il nuovo documentario di Maja Weiss, la prima a ricevere il Premio Darko Bratina nel 1999. Il viaggio toccante attraverso le epoche più buie della storia si intitola Raccolti alla fonte - I bambini sloveni di Lebensborn che verrà proposto con sottotitoli in italiano. Per l’occasione ospiteremo la regista del film, la produttrice Ida Weiss dalla casa di produzione Bela film e la coautrice della sceneggiatura Nataša Konc Lorenzutti.

Il film affronta il tema della Seconda guerra mondiale attraverso lo sguardo di quattro bambini, le ultime vittime sopravvissute ad un esperimento razziale nazista. Nel 1942, una trentina di bambini sloveni »razzialmente adatti« fu inclusa nel famigerato programma nazista Lebensborn, ideato da Heinrich Himmler e volto ad espandere la razza ariana. La maggior parte di questi bambini furono dati in adozione a coppie tedesche, che almeno apparentemente, erano fedeli al regime nazista. Il messaggio, che i protagonisti del film vogliono trasmettere il mondo di oggi, che è nel mezzo di nuove guerre in Ucraina, in Africa, e in Medio Oriente, detta: »Le vittime più grandi di ogni guerra, da
entrambe le parti, sia dell'aggressore che dell'aggredito, sono i bambini. La pace è il valore più grande.«

Il film non racconta solamente la sconvolgente storia tra la Germania e la Slovenia a livello individuale e collettivo, ma racconta anche la storia dei bambini rubati nell'Ucraina, afferma Maja Weiss: »I protagonisti del film, indipendentemente dalla loro nazionalità, ci trasmettono che il perdono, il compromesso, l'accettazione della diversità, la solidarietà e l’amore, sono di vitale importanza per mantenere la pace in un mondo dove ce n’è sempre meno.« La colorazione delle fotografie in bianco e nero e delle immagini in movimento attribuisce alla scioccante storia un valore speciale, ricordando allo spettatore che la guerra non è solo un cosa legata strettamente al passato, ma accade ancora qui e ora, davanti ai nostri occhi. La particolarità del film è anche la sua esecuzione tecnica realizzata in post-
produzione, poiché è il primo lungometraggio documentario sloveno con i filmati d’archivio che sono stati colorati.

Il primo Premio Darko Bratina è stato conferito a Maja Weiss nel 1999 per il suo film La strada della fratellanza e dell'unità. Il pubblico avrà l'opportunità di vedere come la regista continua risolutamente ad esplorare questioni represse e meno apprezzate che toccano i temi dell'identità e della storia.
L'8 febbraio, in occasione della Giornata della cultura slovena, seguirà l’anteprima del documentario dedicato a Milko Bambič del regista Radovan Čok, il 14 marzo, invece, si prospetta il documentario Corpo (Telo) di Petra Seliškar, per il quale ha vinto il premio Vesna per il miglior film documentario sloveno 2023.

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